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L’affaire Osama bin Laden e la sospensione dell’incredulità

di Pina Piccolo Se ci sforziamo di scavare sotto l’impostazione vendetta/giustizia o legalità/illegalità che è stata ampiamente adottata dai media di tutto il mondo e dall’intera gamma di giornalisti da destra a sinistra a quest’ultima puntata della saga Osama bin Laden ambientata sul territorio pakistano, e ci poniamo invece dal punto di vista di chi riceve la notizia incontriamo un concetto ontologico ampiamente sfruttato dalla letteratura e dal cinema, cioè “la sospensione volontaria dell’incredulità”. Nelle loro distopie scrittori importanti come Orwell hanno esplorato i metodi di comunicazione come il “double speak” che caratterizzano chi porge la notizia ma non si è dedicata altrettanta attenzione ai meccanismi necessari non solo per accettare il falso ma anche per fruirlo con piacere. L’analogia che viene in mente è il mondo del “professional wrestling” : lo spettatore “sorvola” sull’impossibilità che i due lottatori che si presentano come feroci energumeni , s

AFRICA E MEDIO ORIENTE: TRA RIVOLTE, DITTATURE, GUERRE E RESTAURAZIONI

SOMALIA, ERITREA,MAROCCO, ALGERIA, SIRIA E LIBIA Mercoledì 11 maggio 20,30 presso la ONG Cestas, via C. Ranzani 13/5/A, Bologna (P.ta San Donato ) SOMALIA : Da Restore Hope alla pirateria, Antar Marincola ERITREA : Dalla rivoluzione alla dittatura, Hamid Barole Abdu SIRIA: Sunniti, Alawiti, Sciiti, Drusi, Curdi, Cristiani, Musulmani...un solo popolo, una sola rivoluzione, Ayman Al Zarrad e Anita Zizzari LIBIA: Le vere ragioni dell’intervento militare in Libia, Diego Negri, Contropiano MAROCCO: Verso la democratizzazione, Mohamed Rafia Boukhbiza FLUSSI MIGRATORI e violazione del diritto internazionale: il caso dell’Italia, Raffaele Salinari, Presidente di Terre des Hommes Moderano Pina Piccolo e Patricia Quezada Comitato per la solidarietà dei popoli del nord Africa in rivolta info: 339.1923429

Cosa succederebbe se?

di Patricia Viviana Quezada Il nord-Africa trema, la collera dei popoli abbatte muri, statue e dittatori. Non è più tempo dei re. Qualcuno dice, gli inizi di secolo sono stati caratterizzati da cruente guerre. Possiamo dire che la grande massa di giovani che si riversarono sulle strade e travolsero le piazze, lo fecero perché non sopportavano l'idea di vivere un intero secolo nelle stesse condizioni d'oppressione e sottomissione dei loro genitori. Attraverso gli interstizi di quella logora struttura di rancore, odio, paure, fondamentalismi, ignoranza e corruzione che avevano pazientemente tessuto i tiranni si è intrufolato con forza inaudita la conoscenza, la tecnologia, il sapere che porta alla consapevolezza di sé, del proprio essere individuale, legittimo diritto a una vita degna e libera. Una vita per la quale vale la pena morire. E così fecero. I “rivoltosi” decisero che non c'era un'altra scelta, il giorno della furia doveva compiersi. Un

Ologramma Italia: benvenuti ragazzi libici ad Annozero!

di Pina Piccolo Questa è una lettera di scuse a voi Ali, Tareg e Bilab, 3 ragazzi libici senza cognome, intervistati da Giulia Innocenzi , che credendo di poter in qualche modo invogliare gli italiani ad agire per mettere fine al massacro che si sta consumando nel vostro paese a opera di Gheddafi e dei suoi mercenari siete andati da Santoro, ad Annozero, trasmissione di risaputo impegno, certamente convinti che avrebbe fatto di tutto per darvi la parola, nonostante i vari limiti imposti dalla RAI. Anche se i nostri colossei e i nostri teatri l’impero romano li ha esportati in tutte le terre lambite dal mediterraneo, compresa la vostra, pensavate che fossero passati i tempi degli intrattenimenti circensi, dei gladiatori, e che i media democratici potessero accogliere con serietà le istanze di un popolo che lotta per liberarsi di una dittatura, come hanno fatto nelle settimane scorse alcuni paesi limitrofi. Vi illudevate cioè che, avendovi invitato e utiliz

Rivoluzioni

di Olivier Roy --> --> In Tunisia e in Egitto è scesa in piazza una nuova generazione. Che è più istruita, individualista e laica della precedente. Le rivolte popolari in Nordafrica e in Medio Oriente sono state interpretate dagli europei attraverso uno schema vecchio di trent’anni: la rivoluzione islamica in Iran. Ci si aspetta che i gruppi islamisti assumano il controllo delle proteste o stiano lì a tramare nell’ombra, pronti a conquistare il potere. La discrezione e il pragmatismo dei Fratelli musulmani egiziani, però, stupisce e preoccupa: che fine hanno fatto gli islamisti? Osservando meglio i manifestanti, è evidente che abbiamo a che fare con una generazione postislamista. Per le persone coinvolte nelle proteste i grandi movimenti rivoluzionari degli anni settant

Appunti sulle Sollevazioni Arabe

di Adel Jabbar (sociologo e saggista) --> 14 gennaio 2011: E’ questa la data che segna la svolta tanto agognata dalle moltitudini dei paesi arabi, in cui il despota (al-taghiya) Ben Ali è fuggito. Il tiranno che ha tenuto in ostaggio la Tunisia per ben 23 anni non c’è più. 25 gennaio 2011: E’ stato il giorno in cui in Egitto la gioventù ha accolto l’invito del movimento giovanile 6 aprile a manifestare per porre fine al strapotere di un altro dittatore arabo che ha fatto delle leggi di emergenza una sistematica prassi di governo trasformando l’intero paese di ben ottanta milioni di cittadini in una tenuta di famiglia. Queste due date indicano una radicale rottura con decenni di stagnazione, che rischiava di diventare un aspetto peculiare delle società arabe. Le proteste (al-tadhahurat) l’insurrezione (al-wathba), la sollevazione (l’intifada) e la rivoluzione (al-thawra) che stanno attraversando l’intera area araba, dalla Mauritania fino allo Yemen, evidenziano il de

La dignità Araba

di Adel Jabbar (sociologo e saggista) --> Quello che sta succedendo nel mondo arabo e in particolare in Tunisia e in Egitto, come in Yemen, Giordania, in Algeria, sta a dimostrare che è terminato un periodo nel quale quasi tutti i paesi arabi hanno convissuto con la paura. Hanno convissuto con la repressione, spesso feroce, con sistemi assolutamente autoritari, dittatoriali, dispotici, con una componente di corruzione molto evidente, con dei regimi che hanno escluso per anni buona parte della popolazione dalla partecipazione alla vita pubblica e politica, non solo impaurendo ma anche impoverendo. In conseguenza di tutto questo le manifestazioni di oggi sono caratterizzate da due elementi: da una parte la rivendicazione della libertà e dall'altra parte la richiesta di giustizia sociale e soprattutto la richiesta di dignità. Dopo la caduta del muro di Berlino nell''89 il mondo arabo è rimasto fuori da qualsiasi dialettica di cambiamento; le